Settimane Sociali (Pisa 2007) - In evidenza - Relazioni - Riccardi Andrea  
Sabato 27 Aprile 2024
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Relazione


Alle origini della pretesa di essere sociali

Cent¿anni dalla prima Settimana Sociale. Si può far la storia di questa istituzione? Alcuni potranno. Per me, l¿interesse è considerare le quarantacinque Settimane come osservatorio della storia del cattolicesimo italiano. Sì, cent¿anni di cristianesimo italiano lungo un secolo che è, per l¿Italia, il secolo della nazione, il primo dello Stato unitario. Fino all¿Ottocento, il grande e solo fatto unificante della penisola fu il cattolicesimo. Per questo ¿notava Rumi- l¿Unità fu pensata in modo neoguelfo. Ma l¿Italia non nasce dal grembo della Chiesa e progressivamente non le appartiene più unanime. Il Novecento è il secolo più secolarizzato. Ed è il secolo del cattolicesimo che si fa movimento sociale e politico.
In cent¿anni, attraverso le Settimane, appaiono i dibattiti sulla dimensione sociale del cristianesimo italiano, sul rapporto con l¿Italia del potere e del quotidiano. Le Settimane sono ufficiali, ma raccolgono idee, uomini e migliori energie del cattolicesimo. Chi si immerge negli Atti, constata, con sorpresa, come talune risposte o  questioni, sentite oggi nuove, ritornino di stagione in stagione. Chi sottolinea le svolte, leggendo gli Atti, ha l¿impressione, tra tante diversità, di un fluire continuo di vissuto, che fa la storia della Chiesa. Storia sociale, politica¿, ma anche storia della carità in senso largo (questa meno nota). La Chiesa è compagna di sempre del popolo italiano, come nessun¿altra istituzione. Viene da più lontano del giovane Stato. E¿ quel che il vecchio vescovo Monterisi disse, con orgoglio, a Badoglio che lo rimproverava di non cedergli il seminario nel 1944 e che lo aveva apostrofato: “Lei è italiano?”:
“Quando il popolo è rimasto solo e stremato dalle sofferenze della guerra io vecchio di 76 anni, col mio clero, sono rimasto al mio posto a conforto e sollievo della popolazione, il maresciallo Badoglio è scappato a Pescara”.
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