Settimane Sociali (Pisa 2007) - In evidenza - Relazioni - Ricci Sindoni Paola  
Domenica 19 Maggio 2024
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Meditazione

L'urgenza del bene: le voci della mistica

"Perché mi interroghi su ciò che è buono?
Uno solo è Buono"
(Mt 19,17)
 
"Fuori da Dio, tutto è stretto"
Giovanni della Croce

Quasi lacerata da una ferita insanabile, la storia della mistica cristiana porta in sé da sempre l'esigenza della conciliazione necessaria tra contemplazione e azione, tra Maria e Marta, aspirando con tutta la passione del desiderio a quella "parte migliore" promessa dal Maestro. Da Meister Eckhart - ai primi del '300- che fa di questa pagina evangelica il suo manifesto della mistica dell'abbandono, sino, - qualche anno dopo - a Brigida di Svezia e a Caterina da Siena, e poi - lungo il corso dei secoli - fino ad Armida Barelli, Edith Stein ed altre ancora, l'urgenza dolorosa della necessità di incarnare e Marta e Maria, segna in modo indelebile la storia di queste differenti voci mistiche, come raccolte in un invisibile santuario, stremate dal tocco di Dio, che rovesciando le loro esistenze, le ha condotte in sentieri oscuri, squarciati da quella Presenza che ha conferito loro grandezza e fertilità alle loro opere.
Né si pensi che si respiri qui una spiritualità rarefatta, quanto al contrario la percezione di un aggancio concretissimo alla durezza della vita reale. Non regge più lo stereotipo di una mistica individualizzante, misura privata di un intimistico legame con Dio; anzi è proprio l'incontro vivo e vicino con l'assoluta Presenza a salvare dalla tentazione della fuga mundi, dal momento che l'amore - impronta certa dell'Invisibile - impone l'esteriorità del suo darsi e, dunque, attenzione ai bisogni della vita comune come il bene, la giustizia, la pace, lo sguardo misericordioso allo splendore e alla miseria del mondo. Lo stacco tra Maria e Marta risulta in tal senso artificioso ed astratto; vale altrimenti la tensione alla compresenza di contemplazione ed azione, all'attitudine -suggerita alla Barelli da p. Matteo - di farsi Marta con il cuore di Maria. Che significa entrare nelle cose, negli avvenimenti, senza esserne assorbiti, stando cioè presso gli affari del mondo e non dentro, con la certezza che questo vive già dentro il circolo dell'eterno.

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