Settimane Sociali (Pisa 2007) - Notizie - Belardinelli:"Non deve essere il potere a fissare i criteri della nostra umanità" 
Lunedì 13 Maggio 2024
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Belardinelli: "Non deve essere il potere a fissare i criteri della nostra umanità"   versione testuale
20 ottobre 2007

Siamo di fronte una concettualizzazione dell¿essere umano e dell¿essere insieme degli uomini che certamente non è compatibile con il paradigma biopolitico dal quale siamo partiti. E¿ uno dei concetti espressi da Sergio Belardinelli, ordinario di sociologia dei processi culturali all¿università di Bologna. Intanto perché la “pluralità” richiama immediatamente la libertà, non la “statalizzazione del biologico”; ma soprattutto perché la nostra “unicità”, in quanto persone, ha uno status che non può essere “prodotto” da una qualsiasi deliberazione politica, essendone piuttosto il “presupposto”.
Usa le parole di Francesco D¿Agostino, il professore sottolineando che si tratta di uno status che riposa “sulla sua identità naturale”, non “sulle modalità attraverso le quali viene biopoliticamente qualificato all¿interno del corpo sociale”. “Spetta a ciascuno naturalmente”, direbbe Spaemann.  La stessa “privatizzazione del bios” che rappresenta, almeno per me, il contributo più importante della relazione di  Francesco D¿Agostino, potrebbe trovare in questa “pluralità paradossale di esseri unici” la sua condizione di possibilità più consistente.
Proprio l¿unicità della persona, il modo in cui la persona è persona, e la ineludibile pluralità delle persone rende infatti ragione, da un lato, del perché la nostra vita, che è sempre la vita di “uomini” al plurale, non può essere colonizzata da nessun potere e, dall¿altro, del perché la “nuda vita”, e soltanto quella, deve essere fatta oggetto della sanità pubblica.
Non dobbiamo consentire che sia il potere, di qualsiasi potere si tratti, a stabilire in che cosa consiste il “bene” della nostra vita. Né dobbiamo consentire, a maggior ragione, che sia il potere a fissare i criteri della nostra “umanità”. Questo è il compito, e anche la sfida, che ci impone l¿odierna biopolitica.